Sentire il domani, afferrarlo e illudersene.
Concentrarsi per non perdere
quel bandolo, che è vita.
Che è l’unica risposta,
che è la sola ragione.
Dimenticarsi.
Dimenticarsi che oggi c’è
e vive e pulsa
e conta.
Dimenticarsene
perché la morale comune
insegna a scordarlo
per attendere quel che sarà,
con trepidazione.
Sentire il domani,
come fosse oggi,
come fosse l’unica mascella
che si muove e mastica
il cibo che non abbiamo ancora,
ma che avremo, domani,
e che sazierà il nostro stomaco
vuoto.
Oggi vuoto.
Sentire il domani,
nell’ipocrisia del futuro che sana,
che cura, che restituisce.
Sentire il domani,
per credere di non soffrire.
Per accettare il dolore.
Sentire il domani
e lasciare l’istante che si vive
nell’oblio di un sogno
che nulla restituirà
e che forse non ci sarà.
(E.)
MI VA 
l’immagine è “Domani si vedrà”
(1993 – olio su tela – 80 x 100 cm)
di Giorgio da Valeggia
Fa paura, sentire il domani, fa male e non fa bene al cuore…
Allora io penso a dopodomani, quando sono di nuovo a MI (sempre da VA) e sinceramente MIVA da matti.
:miiaaaoooo
Io invece penso a lunedì, che potrebbe essere un giorno DECISIVO (il lavoro non c’entra però).
Avremo modo di parlarne…
qualunque cosa sia, che il lunedi sia premiato da esito felice!
(bacio)
Semplicemente, MI VA di leggervi…
Tanti saluti da VA.
El ex-marido basura (que sigue amando con locura).
ma che bello!
bienvenido Jon!
Maridinho meu amor.
No et done el divorci. El nostre vinculo continua obert, de un’altra manera, pero obert.
Et done la bienvinguda perque a MI em Va també.
la teua Formichina
(a corregir…;)