Please please please

Misera vita quella umana.
Liberamente incatenata alle sue piccole, stupide abitudini, che come quelle dei gatti, si prendono in fretta e si lasciano con fatica.
Abitudini di caffè e sigaretta, di sere di frutta digitale, grappoli di vita insapore, di pixel e di finto pulsare.
Solitudine e allucinazione.
L’uomo e i suoi simili, orgia di unicità sommabili.
Distratti dallo sguardo di un cursore che lampeggia e ricorda che l’oggetto è lì, costruito per il necessario, ma è destinato a finire, prima di noi, a consumarsi e a lasciarci assetati nel deserto delle parole abortite.
Miraggi di viaggi in differita, di scoperte già sgusciate, come i pistacchi uccisi nel posacenere.
Ricerche di comunanze, fratelli mai visti entrano ed escono come lanciati da uno sparapalle e la racchetta fischia nel raggiungere il proiettile che si frantuma in una somma di puntini neri, che riempiono a caso uno spazio, che nulla ha dello spazio.
La sera è rotta dal rumore dei tasti, in stanze illuminate da pareti che rimandano indietro luci troppo basse.
Motori di ricerca di fantasie inespresse, buste di droghe senza corpo e senza nessun prezzo.
La bocca serrata, accenna a seguire la canzone di sottofondo, poi si ferma in bilico su due lettere, in cerca di un punto. E lo trova rassicurata.

(E.)

qui i suoni
Published in: on gennaio 31, 2008 at 12:08 am  Comments (17)  
Tags:

The URI to TrackBack this entry is: https://milanovalencia.wordpress.com/2008/01/31/please-please-please/trackback/

RSS feed for comments on this post.

17 commentiLascia un commento

  1. Emma, come sempre la tua felicissima tastiera riesce a tracciare plastiche evocazioni di situazioni intimamente presenti e vicine 🙂
    Su questa intravedo come un velo di garza, che non riesco a capire se – nella tua tastiera – sia un interrogativo o una melanconia. Ai miei occhi il velo è una constatazione della mia condizione di ricerca.

  2. Good times for a change
    See, the luck Ive had
    Can make a good man
    Turn bad

    So please please please
    Let me, let me, let me
    Let me get what I want
    This time

    ecco.
    commento quasi stupido, o forse stupido in toto
    ma m’è venuta in mente e credo la canterò per tutto il giorno
    e un pò è colpa tua 🙂

  3. Buongiorno Emma. Sono la tua terza palla da tennis.

  4. sorella, posso?

  5. combattiamo le abitudini
    abbattiamole
    usciamo e liberiamo queste dita da tastiera
    e queste lettere in bilico

    ..e per colpa di lois c’ho gli smiths in testa pure io..

  6. D., puoi, certamente. Ciò che ho scritto era un pugno e anche una sorta di liberazione.
    lois e night, evocare la canzone è d’obbligo, ieri sera poi ce l’avevo in testa e stamattina la cantavo.
    nic, se mi mettessi a contare le palle… 😉
    mp, entrambe e anche qualcos’altro.

  7. purchè quel punto sia sempre rimovibile…altra esperienza riapre i periodi e i punti…o no?
    un abbraccio

  8. Anche questo poteva andare come commento musicale http://www.youtube.com/watch?v=qfzQyzZBd84

  9. io sono interessato al bustine di droga!!!

  10. io ai pistacchi!

  11. dunque le premesse di questa giornata, come leggete, non erano delle migliori, e ho continuato degnamente.
    saluto rip (grazie per la selezione musicale), tereza (abbraccio), bitu (auguri) e paoletta (te li cedo volentieri)

    P.s. intendevo continuare l’esperimento di ricerca, stavolta portandolo dentro di noi, un po’ navigatori senza barca, un po’ dipendenti e un po’ insofferenti (ma lo so che parlo per me)

  12. penso spesso a quello di cui parli. Poi mi ritrovo a dire: meglio parlare con facce conosciute di cui conosco anche il pensiero, o viceversa? poi penso anche tante altre cose in proposito, ma diventerei noiosissimo.

  13. ho il polso che mi fa male di averlo tutta la giornata a fare movimenti anti-naturali per commandare il mouse. e sono ancora qui… ma adesso vado perche’ devo fare i compiti di francese.
    quante cose hai descritto che io faccio e non me ne accorgo piu’ 🙂

  14. mi sono guardata, con un sorriso sghembo, nello specchio delle tue brame.
    bisognerebbe uscire?
    qualche volta l’ho fatto e non me ne lamento.
    ma sto qui, a mezzanotte passata da 9 minuti, dicono i numerini qui a destra e parlo con te.
    pensavo stasera, espirando fumo dalla finestra del bagno, a tutte le facce che non conosco, mentre ne leggo i pensieri.
    dormi bene, ti auguro.
    D

  15. ma che brava la mia emma!!!

  16. 😀

  17. sulle piccole, stupide abitudini si poggiano palazzi e scale da percorrere. Sogni d’attico senza vertigine: tutto virtuale, tutto vero.


Scrivi una risposta a d Cancella risposta