Svegliarsi un po’ è come strapparsi uno per uno i sogni, appesi ad asciugare, sogni di bianco e di nero con colore a sprazzi. Scollare i bordi di una scatola che contiene perline. Tenere nei palmi l’unica acqua rimasta a dissetare.
Svegliarsi. O tornare. Un po’ lo stesso.
Rimettere i pezzi insieme, disfare le valigie o lasciarle lì ad aspettare come se la porta fosse stata chiusa solo per un minuto e i piedi scalzi lo restassero solo il tempo di un sorso d’acqua a canna davanti al frigo.
Tornare e tornare adulti. Senza scampo. Come se si potesse regredire, ma solo nel sonno o nel viaggio.
Diventare due dita, piccole, e non avere paura del mondo, grande.
(E.)
sentì invece una grande nostalgia, di cosa non saprebbe dirlo, ma era una grande nostalgia di una vita passata e di una vita futura, sostiene Pereira
Troppe volte per me svegliarsi significa stupirsi di esserci ancora.
P.S. Scusa l’ignoranza ma a proposito di “Carnation Revolution” ho trovato solo la data del 25 di Aprile.
esatto, proprio quella data, non e` up-dated, Lanza, ma ci sono revolutiones che non hanno data, non credi?
d, cara, mi piace il tuo spunto, molto.
Geniale questo concetto.Ho sempre pensato che il tempo non avesse andamento lineare.Ora posso andare a festeggiare il mio compleanno:)
@ Lanza & Emma:
non credo che il tempo abbia un andamento lineare. Penso che sia tale, quindi lineare quel tempo che ha a che fare col dovere, con la sofferenza, il lavoro (quello che fa arricchire altri) e certo, anche con la noia.
Per il resto, credo che il tempo vada a zig-zag. Il tempo dell’arte, quello dell’amore e della rivoluzione crea pertugi, circoli e passaggi imprevedibili, inusitati.
Besos, Emma!
P.s.: com’era quel detto in dialetto reggiano che in italiano suona: “Non basta aver ragione, bisogna anche che te la diano”? Vorrei citarlo in un post, mi serve!
Ric: “Un’basta avé la rasònm, bsogna ch’i t’la dëga”
(verro` a leggere)
non so se vada a zig zag davvero, nella memoria senz’altro pero`.
besos a ti.
Aver razon, saverla espor, trovar chi la intenda, e che la vogia dar. (veneziano)
Un abbraccio.
la rivoluzione dei garofani