la foto è di Giancarlo Rado
“…Fantasma en la ciudad
Mi vida va prohibida
Dice la autoridad…”
I cecchini piazzati nei punti strategici, a controllo delle porzioni di aria libere, a protezione dell’incolumità delle Personalità. La Nazione ospitante non è responsabile per gli accrediti non dati ai giornalisti. Capi di Stato in successione, sorridenti come fosse una giornata di premiazione e invece si parla di fame, della sempre crescente difficoltà di procurarsi i cereali, i beni primari.
Ma si condanna: non si stringono le mani ad Ahmadinejad.
L’ipocrisia fluttua nelle stanze delle conferenze stampa. Non si può accettare chi voglia cancellare Israele dalla faccia della terra!
Eppure l’Italia e i suoi imprenditori fanno affari con Ahmadinejad e il suo Paese. E nessuno che abbia detto: nessuno faccia affari con questa gente! Questo no, questo non è il caso di dirlo. Non si può. Non c’è tempo per alzare polveroni. Che se ne vada piuttosto e che qualcuno pensi a zittirlo una volta per tutte.
E la scalinata si tinge di nero: nessuno tocchi Israele.
E se in nome di questo delirio morissero tanti iraniani indifesi? Se gli Stati Uniti, sull’onda di questo consenso sdegnato, aprissero il conflitto tante volte minacciato? Riusciremmo a condividerlo?
E il tempo invece è propizio per dimostrarsi comprensivi e magnanimi, in un coup de théâtre che profuma di Chiesa e di Nazioni Unite.
Una marcia indietro verso la comprensione. Aggravante non reato. Il clandestino non è reo ma se commetta reato si trovi la giusta pena assommandone la componente clandestinità.
La Lega sbigottita, Gasparri balbettante. La calda estate del tira e molla temo abbia inizio. E l’autunno del nostro scontento lascerà il ricordo della primavera delle promesse.
La faccia va preservata, ma resta da valutare la scelta di quale.
Chi non ne ha mai avuta, dubito possa noleggiarne una.
Aperture e chiusure. In una sorta di conflitto latente.
Di micce ce ne sono da vendere. I cerini speriamo non li trovino.
(E.)