foto di pangbun
Avvolgente collosa tremante.
Un’oncia del tuo amore, per lasciare questi piedi incatenati e mollare la molla pedana che mi trattiene.
Nel molle risveglio di una notte di lampi, nel respiro profondo del ritorno e della partenza. Molli anch’essi.
Nel tradito e vituperato sonno, scambiato a carte con un tiepido risveglio di raggi di sole bugiardi e di pozzanghere d’acqua di riflessi dorati.
Il fante e il re. Il sonno e il suo sovrano. Il sogno di poche ore, quello strappato a morsi, restituito alla luce, confuso e abbacinato.
Nei giorni di gelatina tutto è possibile. Anche trovare in tasca una biglia e sentire le gambe doloranti per la troppa corsa della sera prima. Sentire ancora bimbi vocianti, dita appiccicose di gelato e un sorriso stampato sul volto.
Da fotografia.
Molle e trasparente. Lucida. Insapore.
Il giorno con il caffè sulle labbra riprende il timone.
(E.)