Nuvole e Messico

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la foto è di Madchicken

A proposito del periodo che stiamo attraversando e a proposito della primavera nell’aria, allergici a parte che non sono contenti, questo è un periodo di scelte.
Mi sono accorta che dovunque mi giri la scelta è lì, pronta a prenderti la mano e a lusingarti con le sue promesse di risoluzione di conflitti, di contrasti, con le sue promesse di finanziarie più leggere e con i volantini che diventano bandierine, da incollare ad un bastoncino.
Tutte le scelte impongono riflessioni.
Spesso riflettere quando il baccano intorno è terribile, quando tutti nel frattempo parlano, i telefoni squillano e i tuoi interlocutori aspettano tu risponda quando non hai ben sentito la domanda, risulta praticamente impossibile.
E quindi si rimanda la riflessione. Si sposta nella giornata, nel tempo.
E stasera no che ho la febbriciattola e mi tocca anche dormire col maglione quando oggi c’erano quasi 20 gradi, e domani no che è sabato e rimango leggera, rimango a letto sino alle 9 e poi vedremo cosa fare, ma riflettere sulle scelte incombenti di certo no.
E domenica no, chè già è deprimente, poi ci metti l’autoanalisi e diventa davvero inguardabile.
Tocca quindi prendere un appuntamento con se stessi, sperando che non venga slittato.
Le scelte. I bivi. Odiosi. Ma è sempre obbligatorio prendere una strada? Si può anche scivolare coi pattini senza muovere un muscolo.
E con le scelte si scioglie la lingua, si smuovono le lacrime, “il vento soffia la sua armonica e voglia di piangere ho” .
L’ora legale regala ore di sole e di cielo nuove. Scorci di cielo spazzato dal vento e nuvole in rincorsa. E alla fermata capita di incontrare per caso qualcuno che conosci di vista. Che abbia bisogno di parlarti della sua scelta. Di cambiare, di andare via. Con l’auricolare in un orecchio e la faccia radiosa di chi ignora il vento e sa che la calma va conquistata, va aspettata, va afferrata.
E la calma, che sembra così distante da questa città, mi sembra un sogno da film americano, in cui i due pistoleri si guardano per eterni attimi, mentre intorno sembra non muoversi un filo d’erba.
E allora le scelte, che prima o poi si debbono fare e si faranno, assumono il loro contorno di sfida davanti a te, come se in cagnesco ti volessero dire che ci si attende che tu le faccia, che tu le prenda. E pensare che è già tanto in questo periodo che abbia deciso per chi votare.
“Meglio star qui seduto guardare il cielo davanti a me”.

(E.)

Published in: on aprile 4, 2008 at 11:37 am  Comments (18)  

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18 commentiLascia un commento

  1. oggi che c’è il sole. siamo nuvole infrante.

  2. Ecco.

  3. io farei una correzione a “nuvole e messico”… la cosa verrebbe piu’ autentica come “sole e messico”.
    emma, quando andrai in messico, per favore, vai all’altopiano centrale (non andare a playa del carmen, ti prego!). tieniti sempre sopra i 1800 metri sul livello del mare, vai sempre un po’ piu’ verso nord… verso il deserto. che bello!
    anche ti consiglio qualche salto verso il pacifico… ma i caraibi messicani noooooooooooooooooooo!!!

  4. vivo e mi lascio vivere.
    se sia un bene non so, ma tant’è.
    buon w.e.
    🙂

  5. cara diana, il titolo del mio post è l’inverso del titolo di una canzone bellissima che si chiama “messico e nuvole” che ti invito ad ascoltare.
    seguirò i tuoi consigli cara, chè è casa tua e non puoi che consigliare col cuore.
    offender, sei tornato? ecco.
    briciola, io non sono infranta, sono leggermente stanca, ma amo questo cielo e questo vento e volentieri mi ci faccio portare.
    lois cara, ecco, cerca di prendere il coraggio a due mani e a provare a seguire il vento, senza cambiare direzione, dove ti portarà sarà senz’altro un bel posto.

  6. Il riferimento al Messico è quindi alla canzone, io avevo fatto invece un link con il Messico rivoluzionario di Pancho Villa: quello che sento necessario, ora, in me e intorno a me, è proprio una rivoluzione. Non sento sufficiente un cambiamento incrementale, serve un atto “breaktrought” (come dicono i manager). Il tutto mentre sento anche la necessità e il desiderio di “star seduto e guardare il cielo davanti a me”.
    Mi sa che hai ragione tu, “tocca prendere un appuntamento con sé stessi”…
    Buon WE, rileggendoci quà e là 🙂

  7. Per me, questa è una strana primavera. Ho da fare con la mia cura che si protrarrà fino a giugno alle soglie dell’estate, sperando che tutto proceda senza intralci.
    Non ho deciso molto, da gennaio ad oggi; ho fatto quello che dovevo fare.La scelta era già nell’ordine delle cose che mi stavano accadendo. A volte, non dover riflettere, ma agire subito, è una consolazione e una salvezza.
    Sono un po’ stonata, perdonami Emma.
    Patrizia.

  8. penso continuamente alle scelte, mi piace scegliere anche nel vento ma non nel chiasso.

  9. cara emma tu non stai bene e quindi tendi a ingigantire
    i normali ostacoli che si frappongono alla tua felicità,
    per fortuna tua ci sono io che spazzo e ramazzo alla fine cosa resta qualche fogliolina di dubbio, e questo
    cappellino come mi stà? perche tutto riparte sempre da li, a me lo ha detto corrado alvaro.

  10. e corrado alvaro ne conosceva di asprezze, quindi forse aveva ragione.
    delizioso il cappellino, polo-egine, mentre ramazzi io mi godo il cielo che di questi tempi si ha poco tempo per guardarlo.
    (un abbraccio a patrizia e un grazie ai viandanti di passaggio, sempre)

  11. Il segreto è arrivare fino al momento ultimo necessario per effettuare la scelta.
    Di solito le scelte meno ponderate sortiscono gli effetti migliori.
    In bocca al lupo.

    (quella canzone è splendida)

  12. messico e nuvole va bene…
    prova anche illuminismo & pastiglie!!!
    l’ultimo mio post è un sottile tentativo
    di dissuasione dal votare PD… prima di andare al seggio, dacci un’occhiata, magari due…

  13. … e già, quando son situazioni di contrabbando è molto meglio mettersi seduti a guardare il cielo…
    (a volte anche da lì le risposte arrivano, a ben guardare)

    buon sabato emmina cara

  14. ormai siamo quasi alla Domenica, per mè un giorno come un’altro, ma di solito si dice: buona Domenica. Notte emma.

  15. vorrei abolire la domenica, non la amo per nulla.
    di solito mi risulta sgradevole fare qualunque cosa.
    domenica prossima parto.

  16. Mai in periodo elettorale, amor!

  17. emma cara, partire trasforma sempre tutto quindi anche se lo farai di domenica poco importa, posso usufruire del momento per salutare cri? vabbè, ormai l’ho fatto.:)

  18. figurati che io ancora non ho deciso neanche per chi votare, per quanto anche quella sia, mio malgrado, una scelta obbligata.
    certe volte penso che farò anghingò questo voto a chi lo do sulla scheda elettorale.
    uffà.
    quanto al resto, procrastinare non serve, anzi produce marciume.
    lasciatelo dire da una che temporeggia, quasi, sempre.


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