Per caso

la foto è di nuagedenuit

Volare basso, era lo slogan di un eroe per caso.
“Per caso” torna nella nostra vita spesso. Come se ci facesse comodo.
E quel volare basso sa di accontentarsi, mentre per il film è quasi una lotta per non somigliare ai modelli imposti dall’umanità che si sforza di assomigliarsi e invece rimane distante dal vero.
E l’uomo è misura di tutte le cose, quelle che sono in quanto sono e quelle che non sono in quanto non sono. Ovvero essere o divenire di Protagora.
Nel mezzo di questa orgia di caso, in cui finiscono anche i turisti per caso di roversi e company, ma anche i poveri neri per caso che al caso sono poco apparentati, sono approdata alle regole del caso, istruzioni per l’uso, un saggio che di saggio ha ben poco che vorrebbe spiegare la ragione quasi scientifica di certe cose apparentemente inverosimili, ovvero un fermo approccio matematico e due formulette potrebbero ridurre il caso a mera parola vuota di significato. Tutto intorno sta la probabilità, la statistica nelle sue regole anche nelle situazioni più bizzarre.
Il mio approccio scientifico alla vita, con soste emotive di fondo che lo trasformano in modo quasi contraddittorio, mi fa terminare il mio viaggio di ricerca del caso ripensando ad un libro che ho letto anni fa.
L’uomo dei dadi.
Uno psicanalista serio e affermato che decide d’improvviso di affidare la sua vita ai dadi.
Offre le opzioni alla sorte e tira, è il dado che decide e spinge i suoi gesti sino anche a fargli commettere cose atroci. Immorali. Deprecabili.
La teoria parrebbe affascinante: riuscire a liberarsi dalla tirannia dell’io, superare il disagio mentale e sociale che scaturisce dalla depressione e dalle frustrazioni di un ego complesso e insoddisfatto e soprattutto incolpare in modo spregevole il caso nella decisione delle proprie azioni, nei fallimenti e nei successi.
A che prezzo però. Il rischio di sottostare così ad un’altra tirannia. A quella del caso che senza possibilità di appello alcuno decide. Incontrovertibilmente.
Perdendo completamente il libero arbitrio o elevandolo all’ennesima potenza, privandolo di ogni senso.
A parte che il dubbio che ci siano seguaci inconsapevoli della teoria mi ha sfiorato, data la incongruenza di azioni e la bestialità di certi comportamenti umani, mi viene da pensare che in fondo i sofisti ne sapevano una più del diavolo e se mi si chiama sofista a volte non è solo per prendermi in giro.
Il povero bistrattato Gorgia diceva che solo il nulla è, l’essere non esiste.
Quindi non esiste la verità.
Ma se anche esistesse non sarebbe conoscibile a noi miseri pinzillaccheri.
E se pure riuscissimo per un attimo infinitesimale a conoscerlo, non riusciremmo per nulla ad esprimerlo, quindi terremmo questo meraviglioso essere per noi. Nell’oblio del puro caso che ce lo ha fatto incontrare.
E quindi se questa verità non è conoscibile né da soli né essendone istruiti, come facciamo a considerare una cosa morale o no, deprecabile o no?
Chiunque dovrà affrontare la situazione come si pone. La morale della situazione.
Quindi esiste il caso e assieme alla parola, che magica cerca di intrappolarlo, domina questo nulla, che c’è e rimane, che respira nei nostri corpi.
Il caso per me è scattare una buona fotografia. Amare un unico istante e commuovermene.
Trovare una risposta che pare risolutoria e sorridere perché è già andata via.
Dispersa nel caso.
(E.)

Published in: on aprile 9, 2008 at 11:08 PM  Comments (16)  

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16 commentiLascia un commento

  1. blogamici, ho creato un bannerino lampeggiante per il blog di solidarietà ed aiuto alla nostra innamoratacruda

    copiatevi il codice dal mio post:

    Un blog per aiutare Inna

    ed inseritelo nella struttura del vostro blo in modo che il link sia più evidente e non all’interno di un post

    odio autoriferirmi, ma è per un’ottima causa

    grazie

  2. ma Gorgia non diceva che nulla è? nulla è non è esattamente “solo il nulla è” ovvero non che esiste solo il nulla ma che nulla esiste…

    (scherzavo, volevo fare un po’ il sofista, volevo solo fare bella figura dimostrando che non solo ho avuto il coraggio di leggere Gorgia, presocratici, colli, ma persino di leggere, capire ed apprezzare il tuo post 🙂

  3. comincio la giornata leggendo (per caso) il tuo post e (non) per caso sono in totale consonanza con l’insegnamento che ne deriva 🙂

  4. M’interessa il tema della verità inconoscibile. Al di là di essa c’è tuttavia la sua possibilità di essere narrata: una molteplicità di narrazioni( miti, leggende, storie…) che sono la nostra risposta – semplice o strutturata ma sempre sincera, intendo – alla sua condizione di inconoscibilità assoluta.

  5. pensare di essere in balia del caso mi deprime, molto più confortante l’idea di far parte di un disegno, basta anche uno schizzo

  6. leggo con attenzione ma il cuore non batte, da me ci
    sono persone che vogliono incontrarti e non per caso.

  7. nulla è o accade per caso, questa è la mia convinzione…e che ciò che sosteneva Gorgia è solo una frase alla Marzullo e che se non esiste l’essere non esiste neanche la verità non sta in piedi, la verità esiste comunque in tutto e per tutto…
    oggi mi sono impegnato 😉

  8. per caso si incontra un amante. ma è l’azione che fa al caso nostro!

  9. buonissimo pomeriggio, meglio della mattinata dev’essere per forza!
    dopo avere dribblato il mondo burocratico intorno a me e avere incassato risposte da schiaffi, mi sono rituffata nello sporco lavoro che permette a me di indossare scarpe e pantaloni e giacca quest’oggi.
    non che le risposte da schiaffi non fossero per lavoro, anzi, ma mi piace pensare che per caso mi sono trovata nella giornata sbagliata delle persone sbagliate e che per caso ne sono uscita anche, indenne per giunta.
    dopo un piccolo comizio elettorale in ufficio, che era in realtà una accorata richiesta parlassi dei motivi per cui votare questo o quello e non ho fatto la furbetta, giuro, anzi, eccomi qui a leggervi.
    saluto janemancino innanzi tutto.
    brix, cara, non metterò il banner non per insensibilità, ma per pigrizia infinita per fortuna momentanea, ma invito gentilmente i residenti nel bolognese che leggessero di cliccare dentro il tuo link per vedere cosa possono fare per la bloggeressa che necessita di una mano a cercare lavoro. Le auguro tanta fortuna.
    Gds, scherza pure, non mordo, non sempre almeno.
    medituzzo, anche se lo fossi per caso non ci sarebbe nulla di male, no?
    bel commento, patrizia, grazie.
    impollinaire, in balia del caso ti mette l’ansia e in balia di uno schizzo di chissà chi no? mah… contento tu, se vuoi ti faccio il disegnino io, non disegno male.
    egine, non deve battere per forza, anzi; tu sei per il niente è per caso, bah, è un’altra ipotesi, viviamo di ipotesi.
    ipotizziamoci dunque.

  10. e newyorker, l’uomo invisibile, cerca cerca una misera rispostina al suo commento (scritto con notevole sforzo intellettuale) senza trovarlo….si guarda attorno…si specchia e si domanda: ma sono così trasparente? 😦

  11. vivo di casi e di coincidenze che non avvengono per caso, ne son convinta ma non me lo spiego.
    credo che dovrei rileggere i sofisti che non tocco da qualche anno, e soprattutto leggerò l’uomo dei dadi, sembra sufficientemente nevrotico, angosciante e morboso, adatto a piacermi insomma.

  12. per esempio passare da queste parti emma, non è un caso.
    Lo sai ?

  13. bellissimo post
    ogni tanto cado nel pensiero che qualche caso esista, ma non ne vale la pena

  14. rido, mi dispiace NY, ma volevo dirti che eri stato serio e non ce l’ho fatta a scrivertelo! vedi, è più forte di me, ma è un caso! giuro! 😉
    lois, ti ho girato i dati del libro, se interessa.
    tess, certo che lo è, sei passata qui perchè ti ho chiamata? 🙂
    desa, non vale mai la pena di pensare troppo al caso, specie se fuori piove come qui e la giornata se bado al caso è stata davvero assurda.
    i casi della vita insomma.

  15. emma non ti preoccupare di NY fa troppe ferie!!!
    il caso è il principio fondamentale dell’evoluzione biologica! senza caso non ci sarebbe un caso diciamo!

  16. emmina, io credo che il caso sia tutto e niente, come il vuoto e il pieno, come una tavolozza bianca ed una piena zeppa di colore… non so bene quale sia il limite tra il destino e le scelte consapevoli (e credo chenessuno possa saperlo). il mio lato razionale mi impone di credere che sono io stessa l’artefice della mia sorte, il mio lato romantico mi fa pensare che sia piacevole abbandonarsi un pò al fatalismo (che spesso aiuta a superare eventi inspiegabili)… e poi quel che penso sempre è che anche nella “casualità” degli eventi c’è una spiegazione, un motivo, e che il cerchio prima o poi si chiude sempre, basta drizzare le orecchie e aprire bene gli occhi…
    insomma è un gran caos, tra casi e non casi! oddio, emma, perdona la confusione…


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